Film: GOOD
Un sistema dittatoriale porta inevitabilmente A TRADIRE gli affetti se IL DITTATORE LO ORDINA.
In dittatura NON ESISTONO AMICI, ESISTONO COMPLICI.
Good è la cronaca di un "buon tedesco" che affogò nella banalità del male.
" La stesura del testo critico e la relazione con una giovane allieva ambiziosa lo condurranno lentamente ma inesorabilmente a tradire la bellezza e il "buono" della sua vita.
Colluso con un regime in procinto di occupare l'Europa e produrre l'indicibile orrore, Halder navigherà verso le derive del nazismo, condannando il suo amico Maurice, psichiatra ebreo, alla deportazione...
...Amorim si interroga su cosa sia stato per la Germania vivere l'avvento del totalitarismo nazista e del suo evolversi, provando a smontare la convinzione diffusa che i tedeschi "comuni" non potevano sapere e nemmeno immaginare l'orrore e la follia che all'epoca era dappertutto.
Al centro del suo film c'è per questa ragione un individuo perfettamente inserito nella società, che affoga nella banalità del male.
Un cittadino tedesco, un "buon" tedesco abituato a fare cose buone e giuste: accudire una madre sempre troppo malata, amare una moglie con disturbi emotivi, cucinare i pranzi e le cene ai suoi bambini, formare i suoi studenti attraverso la creazione proustiana, bere birre e mangiare cheese cake col suo migliore amico (ebreo), ascoltare i Lieder di Mahler. Un tedesco che leggeva, ascoltava e frequentava gli ebrei e la loro cultura almeno fino a quando il grande dittatore non impose di bruciare i loro libri, obliare la loro musica, internare la loro vita.
È a quel punto che il professor Halder si scopre debole, schiacciato da forze e lusinghe che lo sovrastano e in cui la distinzione tra bene e male tende a perdere ogni nettezza.
Good è la storia di un uomo normale raccontato dall'interno, cercando di comprendere e rappresentare il suo punto di vista e la trasformazione radicale che lo condurrà alla scalata della gerarchia hitleriana e alla conseguente perdita della sua centralità etica.
Viggo Mortensen, interpretando il good man di Amorim e dopo aver interpretato i criminali di Cronenberg, continua a sperimentare il disorientamento di un corpo e di un'anima che si scopre "doppio" e si fa "nuova carne", indossando la divisa nazista e rivelandosi allo specchio per quello che è: un assassino che ha tradito la promessa.
La promessa di salvare la madre, la moglie, l'amico e la Heimat. John Halder esprime la dimensione intellettualizzata del male che non può trovare davvero più pace e umana comprensione nella "lirica" immaginata di Mahler."
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