IL TRADIMENTO DI CAINO per IRA e"CUPIDIGIA":
La Scrittura, nel racconto dell'uccisione di Abele da parte del fratello Caino, 169 rivela, fin dagli inizi della storia umana, la presenza nell'uomo della collera e della cupidigia, conseguenze del peccato originale. L'uomo è diventato il nemico del suo simile. Dio dichiara la scelleratezza di questo fratricidio: « Che hai fatto? La voce del sangue di tuo fratello grida a me dal suolo! Ora sii maledetto lungi da quel suolo che per opera della tua mano ha bevuto il sangue di tuo fratello » (Gn 4,10-11).
I CAINI SONO "MALEDETTI" dalla stessa Parola di Gesù.
Non si parla di PENSIERI O TENTAZIONI, ma di AZIONI, in cui L'IRA ED IL GUADAGNO DI QUALCOSA si traducono IN AZIONI CONCRETE e COMPIUTE.
NON UCCIDERE O NON VENDICARTI"Nel discorso della montagna il Signore... vi aggiunge la proibizione dell'IRA, dell'ODIO, della VENDETTA. Ancora di più: Cristo chiede al suo discepolo di porgere l'altra guancia, 171 di amare i propri nemici. 172 Egli stesso non si è difeso e ha ingiunto a Pietro di rimettere la spada nel fodero.173
NON UCCIDERE "INDIRETTAMENTE" O "LASCIARE MORIRE""...2269 Il quinto comandamento proibisce qualsiasi azione fatta con l'intenzione di provocare indirettamente la morte di una persona. La legge morale vieta tanto di esporre qualcuno ad un rischio mortale... quanto di rifiutare l'assistenza ad una persona in pericolo. commettono indirettamente un omicidio, che è loro imputabile..."
NON UCCIDERE e NON CREARE SCANDALO"Lo scandalo è l'atteggiamento o il comportamento che induce altri a compiere il male. Chi scandalizza si fa tentatore del suo prossimo. Attenta alla virtù e alla rettitudine; può trascinare il proprio fratello alla morte spirituale. Lo scandalo costituisce una colpa grave se chi lo provoca con azione o omissione induce deliberatamente altri in una grave mancanza...Lo scandalo è grave quando a provocarlo sono coloro che, per natura o per funzione, sono tenuti ad insegnare e ad educare gli altri. Gesù lo rimprovera agli scribi e ai farisei: li paragona a lupi rapaci in veste di pecore.
Lo scandalo può essere provocato dalla legge o dalle istituzioni, dalla moda o dall'opinione pubblica.
Così, si rendono colpevoli di scandalo coloro che promuovono leggi o strutture sociali che portano alla degradazione dei costumi e alla corruzione della vita religiosa o a « condizioni sociali che, volutamente o no, rendono ardua o praticamente impossibile una condotta di vita cristiana, conformata ai precetti del Sommo Legislatore ». 196 La stessa cosa vale per i capi di imprese i quali danno regolamenti che inducono alla frode, per i maestri che « esasperano » 197 i loro allievi o per coloro che, manipolando l'opinione pubblica, la sviano dai valori morali.
2287 Chi usa i poteri di cui dispone in modo tale da spingere ad agire male, si rende colpevole di scandalo e responsabile del male che, direttamente o indirettamente, ha favorito. « È inevitabile che avvengano scandali, ma guai a colui per cui avvengono » (Lc 17,1)...
Per SCANDALO si intende anche LO SCANDALO ordito SU QUALCUNO, ovvero la sua DIFFAMAZIONE E CALUNNIA per DISTRUGGERLO e contemporaneamente SCANDALIZZARE GLI ALTRI.
Infatti non si parla di non scandalizzare, ma di NON CREARE LO SCANDALO."
NON UCCIDERE E NON GUERREGGIARE:
L'IRA E' UN DESIDERIO DI VENDETTA E VIOLA LA PACE.
"...2302 Richiamando il comandamento: « Non uccidere » (Mt 5,21), nostro Signore chiede la pace del cuore e denuncia l'immoralità dell'ira omicida e dell'odio.
L'IRA E' UN DESIDERIO DI VENDETTA:
« Desiderare la vendetta per il male di chi va punito è illecito »; ma è lodevole imporre una riparazione « al fine di correggere i vizi e di conservare il bene della giustizia ». 201 Se l'ira si spinge fino al proposito di uccidere il prossimo o di ferirlo in modo brutale, si oppone gravemente alla carità; è un peccato mortale. Il Signore dice: « Chiunque si adira contro il proprio fratello, sarà sottoposto a giudizio » (Mt 5,22).
2303 L'odio volontario è contrario alla carità. L'odio del prossimo è un peccato quando l'uomo vuole deliberatamente per lui il male. L'odio del prossimo è un peccato grave quando deliberatamente si desidera per lui un grave danno. « Ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per i vostri persecutori, perché siate figli del Padre vostro celeste... » (Mt 5,44-45).
2304 Il rispetto e lo sviluppo della vita umana richiedono la pace. La pace non è la semplice assenza della guerra e non può ridursi ad assicurare l'equilibrio delle forze contrastanti. La pace non si può ottenere sulla terra senza la tutela dei beni delle persone, la libera comunicazione tra gli esseri umani, il rispetto della dignità delle persone e dei popoli, l'assidua pratica della fratellanza. È la « tranquillità dell'ordine ». 202 È « frutto della giustizia » (Is 32,17) ed effetto della carità. 203
2305 La pace terrena è immagine e frutto della pace di Cristo, il « Principe della pace » (Is 9,5) messianica. Con il sangue della sua croce, egli ha distrutto in se stesso l'inimicizia, 204 ha riconciliato gli uomini con Dio e ha fatto della sua Chiesa il sacramento dell'unità del genere umano e della sua unione con Dio. 205 « Egli è la nostra pace » (Ef 2,14). E proclama: « Beati gli operatori di pace » (Mt 5,9).
Rispetta la TUA VITA: la LEGITTIMA DIFESA.La difesa è LEGITTIMA quando NON SUPERA il livello di VIOLENZA di chi lo attacca.
"L'amore verso se stessi resta un principio fondamentale della moralità. È quindi legittimo far rispettare il proprio diritto alla vita. Chi difende la propria vita non si rende colpevole di omicidio anche se è costretto a infliggere al suo aggressore un colpo mortale:
« Se uno nel difendere la propria vita usa maggior violenza del necessario, il suo atto è illecito. Se invece reagisce con moderazione, allora la difesa è lecita..."
Tra i meri stepiti ed imprechi di una vittima sola in casa sua e le coltellate "a distanza" che subisce da una massa sadica dentro e fuori il suo privato, c'è la PIENA LEGITTIMA DIFESA, agli occhi delle legge, quanto di DIO.
"L'OMICIDIO VOLONTARIO.
Il quinto comandamento proibisce come gravemente peccaminoso l'omicidio diretto e volontario. L'omicida e coloro che volontariamente cooperano all'uccisione commettono un peccato che grida vendetta al cielo..."
Il FIGLICIDIO, il fratricidio... sono crimini particolarmente gravi a
motivo dei vincoli naturali che infrangono. Preoccupazioni eugenetiche o
di igiene pubblica non possono giustificare nessuna uccisione, FOSSE
ANCHE COMANDATA DA PUBBLICI POTERI..."