Tattica "VIDEODROME": Psicologia della VIOLENZA "via cavo".
"...come si "aggira" la MORALE e si INSINUA la VIOLENZA "vincente":
– oltre la metà dei programmi della televisione americana (57%) contiene violenza e circa un terzo di questi programmi mostra almeno nove atti di violenza;
– raramente gli atti di violenza sono commessi una sola volta: oltre la metà di tutti gli scontri violenti (58%) sono ripetuti più volte;
– nel caso di programmi violenti raramente viene segnalata al pubblico la presenza di atti di violenza: la maggior parte di questi avvisi riguarda i film;
– nel 25% dei casi di atti violenti è usata un’arma;
– chi compie atti violenti rimane impunito in tre quarti di tutte le scene violente;
– in meno della metà delle scene di violenza le vittime mostrano di soffrire per gli atti di violenza subiti;
– la gravità della violenza è ridimensionata dal fatto che più di un terzo di tutte le scene violente situano la violenza in un contesto umoristico.
Effetti "VIDEODROME": Psicologia della VIOLENZA "via cavo".
1) aumento dell’aggressività attraverso un processo di apprendimento e imitazione;
2) aumento dell’insensibilità alla violenza in genere (effetto desensibilizzante);
3) aumento della paura di rimanere vittima di atti di violenza.
Effetti "VIDEODROME": Psicologia della VIOLENZA "via cavo".
a) La teoria dell’apprendimento sociale, elaborata da Bandura (1963), sostiene che i modelli dei mass media indicano al pubblico quali comportamenti adottare e quali non adottare. In altre parole, questi modelli suggeriscono quali comportamenti saranno ricompensati e quali puniti.
Molti studi sperimentali condotti su bambini e adulti hanno dimostrato che la visione di un modello di comportamento aggressivo incoraggia l’adozione di un comportamento aggressivo.
b) Altre ricerche hanno dimostrato che la visione prolungata della violenza può indurre nel pubblico un aumento dell’insensibilità alla violenza nella vita reale e nei confronti delle vittime. Anche se in un primo momento gli spettatori possono sentirsi toccati dalla v.n.m., gradualmente vi si abituano sino a perdere ogni sensibilità nei suoi riguardi. Di conseguenza, possono sentirsi meno infastiditi dalla violenza ed essere meno disposti a prendere le parti delle vittime.
c) La terza teoria, proposta da Gerbner, Gross, Signorielli e Morgan (1976), sostiene che gli spettatori più assidui diventano più diffidenti e paurosi. Essi cominciano a modellare la loro percezione della realtà sociale secondo quanto vedono in televisione. Pertanto, tendono a vedere il mondo come un luogo pericoloso e dominato dal crimine e a vivere con la costante paura di rimanere vittime di una qualche violenza. A questo timore si aggiunge anche una profonda diffidenza negli altri.
Efficacia "VIDEODROME": Psicologia della VIOLENZA "via cavo".
Secondo Comstock e Paik (1991) ci sono tre aspetti della rappresentazione che rendono possibile prevedere se vi saranno effetti negativi o meno: 1) il grado di efficacia e successo della violenza rappresentata; 2) il livello di giustificazione della violenza; 3) il grado di pertinenza della violenza agli occhi del pubblico.
Il NTVS, dal canto suo, ha individuato nove fattori contestuali: 1) la natura di chi compie gli atti di violenza; 2) la natura della vittima; 3) le ragioni della violenza; 4) la presenza di armi; 5) il grado di efferatezza nel rappresentare la violenza; 6) il grado di realismo; 7) se la violenza viene punita o meno; 8) le conseguenze della violenza; 9) se la violenza è legata a elementi di umorismo.
http://www.lacomunicazione.it/voce/violenza-nei-media/
TOTEM.
Cronaca -Tattica "VIDEODROME": Psicologia della VIOLENZA "via cavo".
LO STUPRATORE di Sorrento "appare" un "VINCITORE", moralmente "IMPUNITO", seppur riconosciutagli una azione criminale ( cronaca 2015 ).